Il vino, bevanda millenaria, sta anche vivendo una trasformazione importante nel contesto dell’attuale dibattito globale sulla sostenibilità vinicola.
Mentre le viti si arrampicano verso il sole e le uve maturano preparandosi alla raccolta, l’industria vinicola sta sempre più abbracciando l’idea che la produzione del vino debba riflettere una visione a lungo termine della salute del pianeta.
Verso un vino sostenibile: un brindisi alla salute, anche del pianeta
Dal cambiamento climatico all’uso sostenibile delle risorse idriche, dalla biodiversità alla gestione dei rifiuti, i produttori di vino stanno riconoscendo la necessità di adottare pratiche agricole più sostenibili per preservare l’insieme di fattori naturali e garantire la continuità dell’attività nel lungo periodo.
Un aspetto cruciale della sostenibilità nel mondo del vino riguarda le pratiche agricole che minimizzano l’impatto ambientale, promuovono la salute delle viti e dei terreni e tutelano la biodiversità.
L’adozione di tecniche come l’agricoltura biologica e la lotta integrata contro le infestanti e le malattie riducono la necessità di pesticidi chimici dannosi per l’ambiente e per la salute umana. Sono sempre di più, infatti, i produttori che scelgono l’agricoltura biologica e biodinamica, che mirano a coltivare le viti in armonia con gli ecosistemi circostanti.
I vini biologici si distinguono per l’assenza di pesticidi chimici e fertilizzanti di sintesi, favorendo la salute del suolo e delle piante. La biodinamica, invece, spinge oltre, integrando l’attenzione alle influenze astrologiche sulle piante e sul terreno.
Il valore della sostenibilità e la produzione sempre più diffusa di vino biologico
Proprio per questo, il vino biologico sta crescendo forte in Europa con un ruolo centrale dell’Italia: con 126.000 ettari di vite a metodo biologico nel 2021, il nostro Paese detiene infatti il primato per incidenza di superficie vitata biologica (21% del totale). Importante è anche l’impatto del vino bio italiano sui mercati internazionali: ammonta a 626 milioni di euro il valore dell’export di vino biologico italiano nel 2022 secondo le stime Nomisma (+18% sul 2021) e un peso sul totale dell’export vitivinicolo italiano pari all’8%.
Per quanto riguarda i mercati presidiati, è la Germania il mercato di destinazione principale per il nostro vino bio (67% delle aziende lo indica come primo mercato di riferimento), seguita dai Paesi Scandinavi (61%).
Ma anche nella produzione vinicola, l’ecosostenibilità va oltre l’agricoltura, coinvolgendo aspetti come l’energia utilizzata nella produzione, l’imballaggio e il trasporto dei vini. Oltre all’adozione di energie rinnovabili, il ricorso a materiali eco-friendly e la riduzione dell’uso di plastica per contribuire all’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale dell’intero processo produttivo.
Senza dimenticare che la sostenibilità nel mondo del vino non riguarda solo l’ambiente, ma si estende anche agli aspetti sociali ed etici. Molte aziende si impegnano, infatti, a rispettare i diritti dei lavoratori, promuovendo condizioni di lavoro sicure e retribuzioni dignitose.
Tutto questo per sostenere la formazione di un consumatore sempre più consapevole e informato, in grado di giocare un ruolo chiave nella promozione della sostenibilità nel mondo del vino.
Le scelte di acquisto possono incentivare i produttori a migliorare le loro pratiche e virare verso una produzione vinicola sostenibile, premiando coloro che abbracciano la sostenibilità e penalizzando quelli che la trascurano.
Il vino può essere sostenibile anche nutrizionalmente?
Su questo aspetto il bicchiere è sia mezzo pieno sia mezzo vuoto.
Generalmente, le opinioni tendono ad andare dall’estremo che anche solo un bicchiere può fare male a posizioni secondo le quali sicuramente il consumo di alcool può avere effetti dannosi per la salute ma, se moderato, può anche apportare alcune sostanze in grado di regolare positivamente la risposta antiossidante: i polifenoli come tannini e antociani sono dei composti naturali che possono, infatti, aiutare a proteggere il nostro organismo dai danni causati dai radicali liberi. Inoltre, il vino è un fattore culturale che, soprattutto nel nostro Paese e in area mediterranea, ha anche una grande importanza economica e sociale in termini di convivialità.
Sicuramente, la quantità e le dosi vanno commisurate a una serie di fattori come l’età, il genere, le condizioni di salute generali, anche quando si parla di vino biologico. Ma, che si consideri il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, è chiaro che la moderazione costituisce il primo fattore che regola la sostenibilità nutrizionale del vino.
Scritto da Redazione
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